🇮🇹 ITALIANO 🇮🇹
Piano piano la senti arrivare, in silenzio, con i suoi piccoli passi che iniziano sul finire di marzo quando si gira il calendario al mese di aprile; una piccola morsa che ti stringe a poco a poco il cuore, i polmoni, la mente. La gola ingoia bocconi immaginari che a fatica scendono giù, amari, ma di quell'amaro interno, che percepisci e non riesci ad esternare. Non è semplice spiegarlo a chi non lo abbia provato almeno una volta nella vita; ma chi ha avuto la mia stessa sfortuna sa bene di cosa parlo.
Magone? forse lo si potrebbe definire così, è una sorta di dispiacere emotivo, che lo percepisci con parti diverse; non è neanche un dolore fisico di quelli lancinanti, ma ti priva la mente di pensieri lunghi e fatti con raziocino.
Le giornate possono essere anche di un sole splendente e caldo, ma tu dentro ti porti quella cupezza che segna l'avvicinarsi di quel giorno, quel giorno che per te, i tuoi amici, i tuoi vicini, i tuoi concittadini e concittadini allargati ha segnato un PRIMA ed un DOPO.
PRIMA c'era una vita che conoscevi, che non ti spaventava, che affrontavi serenamente senza troppo preoccuparti, vivendo giorno per giorno nella tua città, con i tuoi spazi cari e le tue abitudini.
DOPO c'è quella sensazione strisciante che un minimo ti fa stare sempre in allerta, ti fa pensare che ci può essere qualcosa che può sconvolgerti tutto e che devi rimparare a vivere e a volte anche a sorridere.
Passi quei cinque giorni in un lento incupimento interno, sai che devi essere grato per esserci ancora, per non essere stato colpito così duramente, ma sai anche che la tua città risente di quella data. Come te d'altronde, non c'è bisogno che ti nasconda, perché quel sentimento è comune.
I ricordi riaffiorano nella mente, dopo un anno in cui hai cercato di farli ridiscendere per non farti intaccare troppo, un altro anno che segna quel DOPO, un altro anno in cui sei stato ad osservare come i nuovi colori tentino di riprendere spazio alle macerie. La tua mente vaga incontrollabilmente ed inesorabilmente in un continuo loop di rewind e forward che hai vissuto negli ultimi 13 anni, mischiando i ricordi del Prima con quelli del Dopo, un mash-up a cui non puoi sottrarti.
In questi anni hai imparato a convivere con i termini nuovi del tuo quotidiano: "macerie" "ricostruzione" e "terremoto", anche quando vengono usate in maniera inappropriata, come spesso fanno nei TG, già perché ++"zio terry"++ (come chiamavi ogni scossa che hai sentito da quel lontano ottobre 2008 al famigerato 6 aprile 2009 e oltre) è una cosa e "terremoto finanziario" è un'altra, ma sei stato scosso dal primo, te la ricordi bene la sensazione che hai provato e di certo non la vai a confondere, ma ti ci incazzi sulla seconda usata a sproposito.
++Macerie++ : un'altra parola che hai sentito molto spesso in questi giorni, guardando la tv con quelle realtà distanti torni a rivalutarla in maniera fin troppo preponderante, ti ritrovi a pensare a quelle città distrutte come lo è stata la tua, ma almeno ti consoli all'idea che quella che hai subito è stata una distruzione che non si poteva prevenire (nonostante la storia pregressa e lo sciame sismico dei mesi precedenti), frutto della natura e non dell'uomo, o meglio di UN uomo.
++Ricostruzione++ : questa dopo l'orrore delle macerie e delle lungaggini burocratiche, è la cosa che se hai un po' di spirito di osservazione ti permette di apprezzare la tua città quasi nuova di zecca, scoprendo nuovi fregi, decori, affreschi, ti ritrovi a far da "turista in casa propria" scoprendo che quei 1800 tra palazzi e chiese censiti nel cratere, sono una risorsa importante e che va preservata! "L'Aquila tornerà a volare", beh sì! ed aggiungo con delle ali stupende!
Poi ci sono i numeri che ti tengono compagnia:
++06/04++ quella che fino al 2009 era solo la ricorrenza di un compleanno di una tua amica, a cui hai scritto un infelice augurio di compleanno poco dopo la scossa di quasi l'una, che ha anticipato la più grande "auguri con la scossa... certo potevi festeggiare un po' meno!" infelice... infelicissimo, ma attualissimo in quel momento (pure troppo).
++3.32++, un orario impresso a fuoco nella tua testa, che quando arriva il 5 aprile, non sai mai se ti conviene restare sveglio fino a quell'ora per esser certo che non si ripeta, o se tanto sai già che se anche fosse il sonno sarà più leggero e inconsciamente ti svegli a quell'ora, ricordando perfettamente il boato che da fuori casa penetra dentro, unendo lo scuotimento e il rumore degli oggetti intorno a te che cadevano senza riuscire ad orientarsi.
++99++ il numero della tua città, tra miti e leggende, ma che vuol dire l'unione di tutto il contado per creare la città, l'unione fa la forza, e quella piano piano l'abbiamo dimostrata, a suon di "resilienza" (anche questo termine abusatissimo, specie se sei abituato ad ascoltarlo nella sua accezione più materica!)
++309++ il numero più triste e che forse non le conta manco tutte!
Una volta scosso, la tua percezione cambia, le vibrazioni cambiano, già perché le percepisci, e qualsiasi cosa vibri vagamente diverso, il tuo orecchio ormai sensibile lo riconosce e si mette in allerta.
Già, perché oltre a quel peso interno poi ci sono le sensazioni esterne, o meglio date dai rumori esterni:
++i cantieri++, ormai parte integrante della città con le loro gru che svettano sullo skyline cittadino, a volte mi chiedo se in futuro sapremo ancora vederla senza di esse talmente ci abbiamo fatto l'abitudine.
++gli elicotteri++, anche quelli li senti già da un paio di giorni prima volteggiare sulla testa, e non sono quelli classici dell'elisoccorso, no sono quelli delle tv che fanno i loro giri di ispezione, di riprese, a documentare come stiamo cambiando anno dopo anno.: il circo mediatico si è ricordato di noi, il nostro momento di gloria, triste gloria, tristissima direi!
++i rintocchi++, lenti e cadenzanti, che ascolti a quell'ora fatidica, e ti rimbombano dentro, ognuno di quei rintocchi ha un nome, e alcuni di quei nomi li hai conosciuti nel PRIMA.
Ricordo al secondo anniversario organizzarono una manifestazione per i bambini, nel parco principale della città, lanciando in aria dei palloncini bianchi per tutti i bimbi che non c'erano più. La trovai una cosa molto giusta, adeguata, semplice ed efficace, un modo per unire i bimbi del prima e del dopo.
Quest'anno verrà piantato un ulivo nel Parco della Memoria, un parco dove ancora non sono andata, mi incuriosisce ma allo stesso tempo mi attanaglia. Fortemente voluto e giustamente voluto, in un'area dove ci sono stati molti crolli e molti morti, ma allo stesso tempo un'area poco frequentata, non un posto dove ci capiti per caso, ma ci devi andare appositamente, col tuo bagaglio di emozioni. Prima o poi lo farò, me lo prometto!
Mi scuso se il post possa risultare confuso e non nel mio stile, ma trovare un ordine alle emozioni di questa ricorrenza non è mai semplice e mai lo sarà! Son certa che capirete.
Grazie per esservi fermati a condividere con me un pezzo di questa giornata.
🇬🇧 ENGLISH 🇬🇧
Slowly you feel it coming, in silence, with its little steps that begin at the end of March when you turn the calendar to April; a little vice that gradually squeezes your heart, your lungs, your mind. The throat swallows imaginary morsels that hardly go down, bitter, but of that internal bitterness that you perceive and cannot express. It is not easy to explain it to those who have not experienced it at least once in their lives; but those who have had the same misfortune as me know what I am talking about.
It's not even a physical pain of the stabbing kind, but it deprives your mind of long and rational thoughts.
The days may be sunny and warm, but inside you carry that gloom that marks the approach of that day, the day that for you, your friends, your neighbours, your fellow citizens and extended fellow citizens has marked a BEFORE and an AFTER.
BEFORE there was a life that you knew, that didn't frighten you, that you faced serenely without worrying too much, living day by day in your town, with your beloved spaces and your habits.
AFTER, there is that creeping feeling that makes you always be on the alert, that makes you think that there could be something that could upset everything and that you have to learn to live again and sometimes even to smile.
You spend those five days in a slow inner gloom, you know that you have to be grateful for still being there, for not having been hit so hard, but you also know that your city is affected by that date. Like you, you don't need to hide, because that feeling is common.
Memories resurface in your mind, after a year in which you tried to make them go down again so they wouldn't affect you too much, another year marking that AFTER, another year in which you watched as the new colours tried to make way for the rubble. Your mind wanders uncontrollably and inexorably in a continuous loop of rewind and forward that you have experienced over the last 13 years, mixing memories of Before with those of After, a mash-up you cannot escape.
In these years you have learned to live with the new terms of your daily life: "rubble", "reconstruction" and "earthquake", even when they are used inappropriately, as they often are in the news, because ++"Uncle Terry "++ (as you used to call every tremor you felt from that distant October 2008 to the infamous 6 April 2009 and beyond) is one thing and "financial earthquake" is another, but you were shaken by the first, you remember well the feeling you felt and you certainly don't confuse it, but you get pissed off about the second being used inappropriately.
++Rubble++: another word that you have heard very often in these days, watching TV with those distant realities you come back to re-evaluate it in a way that is all too predominant, you find yourself thinking of those cities destroyed like yours was, but at least you console yourself with the idea that what you suffered was a destruction that could not be prevented (despite the previous history and the seismic swarm of the previous months), the result of nature and not man, or rather ONE man.
++Reconstruction++: after the horror of the rubble and bureaucratic red tape, this is the thing that, if you have a little spirit of observation, allows you to appreciate your almost brand new city, discovering new friezes, decorations, frescoes, you find yourself as a "tourist in your own home" discovering that those 1800 buildings and churches surveyed in the crater are an important resource that must be preserved! *L'Aquila will fly again, yes, and I would add that it has beautiful wings!
Then there are the numbers that keep you company:
++06/04++ what until 2009 was only the anniversary of a birthday of a friend of yours, to whom you wrote an unhappy birthday wish shortly after the tremor of almost one o'clock, which anticipated the bigger "happy birthday with the tremor... of course you could have celebrated a little less!" unhappy... very unhappy, but very topical at that moment (even too much so).
++3.32++, a time imprinted in your head, that when 5 April arrives, you never know if it's better to stay awake until that time to make sure it doesn't happen again, or if you already know that even if it does, sleep will be lighter and unconsciously you wake up at that time, remembering perfectly the roar that penetrates from outside the house, combining the shaking and the noise of the objects around you that fell without being able to orientate.
++99++ the number of your city, between myths and legends, but which means the union of the entire countryside to create the city, union is strength, and we have slowly demonstrated that, to the sound of "resilience" (this term is also overused, especially if you are used to listening to it in its most material sense!).
++309++ the saddest number and maybe not even counting them all!
Once shaken, your perception changes, the vibrations change, because you perceive them, and whatever vibrates vaguely different, your now sensitive ear recognises it and goes on alert.
Yes, because in addition to that internal weight there are the external sensations, or rather given by external noises:
++construction sites++, now an integral part of the city with their cranes towering over the city skyline, sometimes I wonder if we'll be able to see the city without them in the future, we've gotten so used to them.
++The helicopters++, you can hear them a couple of days before hovering overhead, and they are not the classic helicopters of the helicopter rescue service, no, they are those of the TVs making their rounds of inspection, filming, documenting how we are changing year after year: the media circus has remembered us, our moment of glory, sad glory, very sad I would say!
++the chimes++, slow and cadential, that you hear at that fateful hour, and they echo inside you, each of those chimes has a name, and some of those names you knew in the BEFORE.
I remember on the second anniversary they organised a children's event in the city's main park, throwing white balloons into the air for all the children who were no longer there. I thought it was very fair, appropriate, simple and effective, a way of uniting the children from before and after.
This year an olive tree will be planted in the Park of Remembrance, a park I have yet to go to, it intrigues me but at the same time grips me. Strongly desired and rightly so, in an area where there have been many collapses and many deaths, but at the same time a little-visited area, not a place where you happen by chance, but you have to go there on purpose, with your baggage of emotions. Sooner or later I will do it, I promise myself!
I apologise if this post is confusing and not in my usually style, but finding an order to the emotions of this occasion is never easy and never will be! I am sure you will understand.
Thank you for stopping by and sharing a piece of this day with me.