Da un po' sto guardando gli annunci immobiliari, con gli occhi e la mia propensione da trader a comprendere il mercato e i suoi funzionamenti.
A volte ci sono villette a schiera o appartamenti interessanti. Il punto è che tra tutte le voci vi è una che a mio avviso non è per nulla secondaria. In un immobile realmente indipendente non c'è proprio, ma negli altri c'è il costo condominiale o delle parti comuni.
La questione è che se compri una casa, essendo la principale dove si vive, vi è l'esenzione dall'IMU (o dalle mie parti si chiama ILIA mi pare). Questo oggi... il prossimo anno o quello dopo ancora vai a sapere. Ennesima crisi finanziaria e ti salta fuori il nuovo Monti che ti piazza la tassa anche sull'abitazione principale.
Per cui questi costi condominiali, che per altro sono quelli standard in assenza di "lavori straordinari", sono sorprendentemente alti. Ci sono casi da 20 euro al mese, ma altri dove si arriva a 300. Trecento euro al mese, su un centinaio di metri quadri, per dodici mesi fa tremila e seicento euro l'anno. Tra l'altro considerando che il minimo dei proprietari per legge dovrebbe essere nove, significa che l'amministratore "ciccio pasticcio" spilla oltre trentaduemila euro annui da un complesso condominiale. Figurarsi complessi da venti, trenta unità.
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Manco la cosa pubblica spende tutti questi soldi, capisco che in questi ci sarà l'ascensore, anche fosse presente il riscaldamento centralizzato, mi pare un esborso vagamente folle. Aggiungiamo poi che non è sempre detto che l'amministratore sia imparziale, anzi. Per cui a seconda della cricca di turno tra amministratore e qualche condomino influente, decidano di fare lavori straordinari che magari nemmeno rivestono un senso di reale necessità e urgenza. Ad esempio, rifare il giardino o mettere i pannelli solari.
Opere che sono di valorizzazione e che probabilmente penserei di farle, ma la decisione sul "quando" non è secondaria per nulla. L'emergenza è emergenza, se ti perde il tetto essere in un condominio è un vantaggio perché la spesa è ripartita. In un immobile indipendente puoi pensare ad una assicurazione (che per altro immagino abbia pure il condominio) e quindi gira e rigira siamo ad una condizione di parità. Mentre le spese non emergenziali le fai quando sai di poterle fare, non quando decide qualcun'altro.
Il risultato finale è che non sei veramente proprietario dell'appartamento che avresti comprato. Perché se non paghi le spese condominiali si può arrivare al pignoramento dello stesso con susseguente vendita all'asta. È come pagare un mini-affitto che potrebbe alzarsi in qualunque momento.
La cosa un po' ridicola è che basta spostarsi anche solo di cinquecento metri in linea d'aria dove si passa da zone a palazzine a casette, magari proprio fuori dai limiti del confine comunale della città, e i prezzi degli immobili indipendenti sono praticamente equivalenti a quelli degli appartamenti lì vicino.
Magari mi sta sfuggendo qualche particolare rilevante che non sto considerando. Dal punto di vista finanziario mi pare una fregatura, è come dover pagare il conto titoli con una percentuale l'anno. Sembra piccola in apparenza, in realtà si prende gran parte del guadagno, ammesso che ci sia. E ci devi pure pagare le tasse sopra.
E neanche immagino quelli in affitto. Perché oltre alla retta verso il proprietario si devono accollare le spese comuni. Della serie mettersi una pietra al collo e buttarsi da un ponte.
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