Per chi non fosse al corrente, su una puntata di Ciao Internet di Matteo Flora, viene portato lo studio di Stefano Capaccioli, nonché Dottore Commercialista e fondatore di CoinLex, che dimostrerebbe la totale inettitudine dei quadri politici.
Quadri per altro pagati fuori da ogni logica con le nostre tasse, ma questo è. Per farla breve, nel tempo la tassazione sul capital gain è stata portata da zero al 12,5%, per arrivare nel 2011 con Monti al 20% (la famosa letterina di Bruxelles che fece cadere il governo Berlusconi) ed infine con il governo Renzi al 26%, anche questo con molta probabilità dietro spinte indirette extra-nazionali.
Queste manovre di aumento chiaramente devono rispondere a dei meccanismi di legge, che pertanto deve essere scritta. Con il governo Meloni si stacca l'ambito delle cripto-valute, dal contesto precedente, creandone uno nuovo. Molto probabilmente questa manovra è dovuta dal fatto che l'asseverazione delle Cripto al Forex o Azionario, avrebbe potuto portare alla deduzione delle minusvalenze in extra mercati.
Cioè con una perdita in settore, posso portarlo in deduzione sul guadagno in altri. In effetti il governo Meloni nel 2023 contingenta le cripto in un nuovo settore, modificando un articolo ed aggiungendo un nuovo comma.
Il problema è quell'articolo definisce l'ambito, ma non la tassazione. Che è definita in un altro articolo in cui la tratta in modo specifico. Ebbene nel governo Meloni si sono dimenticati di aggiungere il nuovo comma, che per mancata citazione ricade in una vecchia legge degli anni Ottanta e pertanto la tassazione è del 12,5% per il 2023 e 2024.
Un pasticcio di dimensioni piuttosto considerevoli, considerando che potenzialmente lo Stato sarebbe tenuto a rimborsare. Molti Dottori Commercialisti concordano però che l'Agenzia delle Entrate non solo se ne fregherà bellamente, ma pretenderà il 26% anche per il 2024. Persino in presenza di una legge che dice tutt'altro.
E praticamente certo che la questione dovrà passare per un iter giudiziario, come sappiamo chi governa queste istituzioni non paga le spese legali di tasca propria. Aggiungiamo che giudice e agenzia stanno dalla stessa parte, i cripto attivisti sono quattro gatti, la sentenza potrebbe essere avversa a dispetto del minimo pudore dello stato di diritto sancito dalle leggi stesse.
Come dire un pasticcio ancora più grande del precedente, perché se si arrivasse alla Corte Costituzionale Europea è discretamente certo che darebbe torto allo Stato Italiano. Cosa per altro già successa in passato.
Tuttavia, la discrasia dell'aumento per il 2025 potrebbe essere troppo esagerato, dal 12 al 42 per cento (tre volte e mezzo non si è mai visto) e in questo caso la legge futura in discussione potrebbe capitolare prima della sua promulgazione.
Come dire, ci teniamo i soldi del 2023 e 24, ma non vi facciamo nessun aumento per il 2025. Questa visione getterebbe un sospetto non da poco. Potrebbe essere che Capaccioli non fosse l'unico ad aver trovato il cavillo, per cui si è tirata su questa specie di pagliacciata per parare il colpo?
Anche perché l'aumento dal 26 al 42 per cento, in uno studio del Ministero, prevede un misero gettito di 17 milioni oltre ai 42 già previsti con la vecchia tassazione. Questa previsione sappiamo che non solo è sbagliata, ma è praticamente certo che pure i 42 diventino meno della metà. Basta semplicemente rimanere in Hold con gli assett senza venderli ed aspettare tempi migliori, per fare un esempio banale tra i tanti.
Pare evidente che stia succedendo qualcosa, altri paesi europei infatti hanno proposto un aumento che porterebbe la tassazione ad allinearsi a quella futura italiana. Tempistiche, numeri e modalità sono curiosamente sospette, per non supporre che nel governo della "cosa" europea ci sia un qualche tipo di manovra. Probabilmente legata all'euro digitale.
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